New York

In trasferimento da Boston decidiamo di fare tappa ad un’altra delle università più prestigiose al mondo: Yale.
A differenza di Harvard che risulta chiusa da mura e un cancello, Yale si espande per parte di New Haven, cittadina che la ospita ed è possibile effettuare tour guidati per visitarne le parti comuni. Non è difficile nella cittadina capire cosa faccia parte o meno dell’università: le strutture gotiche ricoperte in pietra spiccano sulle private casa circostanti.
Ora puntiamo dritti verso la grande mela, qui ci fermeremo qualche giorno, quindi decidiamo di trovare un parcheggio dove lasciare l’auto: nei prossimi giorni ci sposteremo soltanto a piedi o al massimo con la metropolitana.
Appena arrivati in città ci mettiamo subito in cammino e, approfittando del fatto che è un venerdì e l’ingresso dopo le 17.30 è gratuito e la chiusura posticipata alle 20, decidiamo di visitare il MoMa. Il museo è davvero molto grande non basterebbe un’intera giornata per visitarlo tutto figuramoci due ore, così selezioniamo una parte della struttura e delle opere che ci interessa vedere ci concentriamo su quelle.
Usciti dal MoMa ci dirigiamo a Times Square, ci lasciamo affascinare dalle mille luci della piazza più famosa al mondo, cediamo ai cioccolatini di M&M’s store e prenotiamo il tour al Rockfeller Center per il giorno successivo.

Il giorno dopo è un sabato e decidiamo di passare parte della giornata come dei veri newyorkesi e cosa fa un newyorkese il sabato? Ovviamente va a vedere gli Yenkees!!! Raggiungiamo il Bronx in metropolitana e acquistiamo due biglietti per la partita. Credo che vedere una partita di baseball sia una delle esperienze da fare una volta nella vita! Nulla a che vedere con le nostre domeniche allo stadio, qui la partita dura diverse ore, sugli spalti si trovano famiglie che decidono di passare qui il giorno di riposo e insieme tifano per la propria squadra. Durante gli intervalli il vero spettacolo con gli addetti alla sistemazione del diamante che ballano WMCA o la kisscam che inquadra le coppie presenti nel pubblico. Per quel che riguarda il cibo ovviamente non possono mancare enormi cestini di pollo fritto e bibite da un litro l’una.

Finita la partita visitiamo il museo e lo shop dove acquistiamo due magliette del campione Derek Jeter e riprendiamo la metro direzione Guggenheim Museum. Il famoso museo non è grandissimo quindi risulta facile visitarlo in paio d’ore. Da qui raggiungiamo il Rockfeller Center per il nostro tour guidato dove ci vengono raccontate diverse curiosità sulla costruzione del famoso grattacielo e finito il giro prendiamo gli ascensori che conducono a Top of the Rock. Spesso il rooftop del Rockfeller viene un po’ snobbato per salire sul più famoso Empire State Building; senza contare le code infinite per salire su quest’ultimo e che, essendo a mio avviso una parte importante dello skyline di questa città se ci si sale in cima non si può ammirarne la sua silhouette. Il panorama da qui su è davvero spettacolare di notte ancor di più.

Giorno nuovo altre mete, di buon mattino ci mettiamo in fila per prendere il ferry-boat per la Statua della Libertà: purtroppo non ho prenotato con sufficiente anticipo e non ho trovato i biglietti per salirci in cima e possiamo ammirarla soltanto dal basso, ma la vista di Manhattan da qui è davvero spettacolare.

Riprendiamo il ferry-boat e raggiungiamo Ellis Island punto di approdo per i migranti provenienti dall’Europa. L’isola è un museo completamente visitabile, indispensabile l’audioguida per cogliere meglio le sfumature di questo luogo meta di sogni e speranze.

Approdati sulla terra ferma, pranziamo al volo un hot-dog e ci dirigiamo a Ground Zero: inutile dire il groviglio di emozioni che si scatenano ripensando a quanto successo.

Passando per Wall Street ci dirigiamo verso il Brooklyn Bridge che attraversiamo a piedi fino ad una spiaggetta dove attendiamo il tramonto e ci godiamo la fine della giornata ammirando la città che si illumina.

La mattina del quarto giorno la passiamo a Central Park scoprendo il Lennon Memorial nei pressi del Dakota Building dove il Beatles fu ucciso nel 1980.

Nel pomeriggio percorriamo la 5th Avenue dove facciamo un po’ di acquisti e visitiamo la Pubblic Library.
Raggiungiamo Grand Central Terminal e ci aggiriamo per qualche minuti tra trafelati pendolari e turisti che come noi non riescono a staccare gli occhi dal soffitto dipinto in oro.
Concludiamo la nostra giornata con una sbirciatina all’Empire State Buinding e la St. Patrick Cathedral.
Ultimo giorno a New York e decidiamo di passarlo all’aperto cercando di vedere almeno dall’esterno tutto ciò che ci manca; inizia così un tour tra Madison Square Garden, Post Office, Madison Square Park, Union Square, New York University, Washington Square, la centrale dei vigili del fuoco set del film Ghostbuster e un’ultima capatina a Ground Zero.
Appena arrivata a New York non ne sono rimasta particolarmente colpita, ho iniziato ad amarla nei gironi successivi, correndo da una parte all’altra per poter vedere il più possibile. Dopo questa volta saremmo tornati qui molte altre volte, una delle quali soltanto pochi mesi dopo, ma all’epoca ancora non lo sapevamo…
C’è stata una città che appena arrivati non ha soddisfatto appieno le vostre aspettative salvo poi farvi ricredere nel corso dei giorni?
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